Sicilia, “buco nero” dal 1945

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di Salvo Barbagallo

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Oggi vengono chiamati “buchi neri” i fatti che accadono in Sicilia che non trovano spiegazioni o soluzioni, Una volta, invece, venivano definiti più semplicemente “misteri”. La Sicilia nel corso degli ultimi settant’anni ha collezionato una infinità di “misteri”: tanti e tanti avvenimenti, la maggior parte riferiti a crimini oppure a storie irrisolte. Probabilmente la definizione “buco nero” (black hole in inglese) si adatta meglio a certe realtà siciliane. Scientificamente un “buco nero” è una regione dello spaziotempo con un campo gravitazionale così forte e intenso che nulla al suo interno può sfuggire all’esterno, nemmeno la luce. Generalizzando: nel corso degli ultimi decenni in Sicilia sono stati costruiti artificialmente tanti “buchi neri” da trasformare l’Isola in una regione dello spaziotempo dove non ci sono frontiere o confini visibili, un territorio ancora sconosciuto. Chi intendesse esplorare questa regione correrebbe l’evidente rischio di rimanere inesorabilmente intrappolato al suo interno: in passato, infatti, chi ha tentato l’impresa non è più tornato per riferire sulle sue scoperte.

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VIA-DAMELIORita Borsellino, parlando a “Il Fatto Quotidiano” sabato scorso, nell’anniversario della strage di via D’Amelio in cui rimase ucciso suo fratello Paolo, ha dichiarato: Ogni volta pensiamo di aver toccato il fondo, ma questo fondo non arriva mai. Questa storia non può diventare l’ennesimo buco nero di Palermo. Non si può lanciare una bomba del genere, nel momento in cui si commemorano altre bombe, e poi ritirare la mano. Non è possibile farlo senza esibire le prove di quanto si afferma: ora abbiamo bisogno di sapere la verità…”. Rita Borsellino, la sua Famiglia, tutti i Siciliani hanno diritto di conoscere la “verità” sull’esistenza o meno della conversazione fra il medico Matteo Tutino e il governatore Rosario Crocetta su Lucia Borsellino. Dubitiamo che ciò avvenga.

via2Il primo “buco nero” della Sicilia nel 1945: l’uccisione del professore Antonio Canepa che si batteva per l’indipendenza dell’Isola. Anni dopo la fine del bandito Salvatore Giuliano, poi la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, l’assassinio del generale Carlo Alberto Della Chiesa, la trattativa Stato-mafia, le stragi di Capaci e di via D’Amelio, solo per ricordare alcuni episodi rimasti senza “verità”.

Nel caso “Tutino-Crocetta” riportato dal settimanale “L’Espresso” la verità non va ricercata solo sulla feroce frase rivolta a Lucia Borsellino, ma  su tutto ciò che sta dietro quella frase. Opportuno o inopportuno il richiamo del ministro Angelino Alfano (riportato dal quotidiano “Il Giornale” in un servizio di Stefano Zurlo) “Se ci sono altri magistrati che sono in possesso dell’intercettazione fra Crocetta e Tutino, la cui esistenza è stata smentita dalla procura di Palermo, che lo dicano”? Il ministro Angelino Alfano è un “Siciliano” che conosce (o dovrebbe conoscere?) la sua Terra: nella sua posizione, nel suo ruolo istituzionale è (o dovrebbe essere?) nelle condizione di conoscere le cose, quindi quale significato dare al suo “invito”? Oppure bisogna dare subito ragione (senza pensarci due volte, cioè) a Fabio Roia, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano, leader di Unicost ed ex componente del Csm, che ha affermato “Le parole di Alfano sono quantomeno inopportune e aumentano la confusione”.

PALERMO 19 LUGLIO 1992, ore 16,58 VIA D'AMELIO.   PAOLO BORSELLINO E' STATO APPENA UCCISO CON UNA AUTO-BOMBA. CON LUI 6 MORTI  E 24 FERITI.
PALERMO 19 LUGLIO 1992, ore 16,58 VIA D’AMELIO. PAOLO BORSELLINO E’ STATO APPENA UCCISO CON UNA AUTO-BOMBA. CON LUI 6 MORTI E 24 FERITI.

Oppure, in aggiunta alla “confusione” già esistente, dare credito alle affermazioni (riportate dal quotidiano “La Repubblica”) del deputato regionale Ncd Vincenzo Vinciullo che sostiene C’è una regia in questa vicenda, si voleva colpire Crocetta, ma solo per colpire la Sicilia, non escludo nemmeno un intervento dei servizi segreti stranieri che avrebbero voluto gettare nel caos la Sicilia. Chi è in grado oggi in Italia di fornire all’Espresso, che avrà fatto decine di verifiche, le intercettazioni che hanno dimostrato di aver superato qualsiasi analisi?”.

L’unica certezza (non “verità”) sembra essere che la “confusione” giovi a qualcuno, non certo alla collettività siciliana, fin troppo disorientata dai troppi scandali che coinvolgono quasi quotidianamente la classe politica che la governa. Personaggi illustri Siciliani ai vertici nazionali: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Angelino Alfano, Pietro Grasso, per citare solo alcuni nomi. Ma la Sicilia resta quella che è sempre stata dalla fine del secondo conflitto mondiale: un “buco nero”, una regione dello spaziotempo dove non ci sono frontiere o confini visibili, un territorio che resta (e chissà per quanto)  sconosciuto… Ma (forse) è così che vogliono questa Terra.

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